vuoti-d-aria

VETRINA DI ARTE PERFORMATIVA CONTEMPORANEA
TEATRO . DANZA

2022 – V EDIZIONE

23 ottobre . 18.30
TEATRO DANZA

leonia

Leonia

“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall’ultimo modello d’apparecchio.” Leonia, come le altre città “invisibili” di Calvino, è una città-simbolo di qualcos’altro: un mondo squilibrato preda di una schizofrenia consumistica che consuma e spreca molto più di ciò di cui ha davvero bisogno. Tratta ispirazione dal testo di Italo Calvino è iniziata la ricerca esplorando questi tre stati: Competizione, Compulsione e Produttività i quali hanno provocato il capitalismo e la globalizzazione, nel mondo di oggi. Siamo sempre più veloci, concentrati sul produrre e consumare in modo eccessivo, sfruttando anche il genere umano. Quest’ultimo arriva addirittura a diventare una macchina per la sovrapproduzione.

di Veronica Vagnoni

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Zatò e Ychì

Zatoychi, Zato’ per gli amici, è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese. A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un bel film con contenuti ematici molto importanti, come pure quelli ironici. Per noi Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile, e diventa Zato’ & Ychi’, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni. I costumi indossati sono sculture sonore in movimento che ricordano alcuni felici esperimenti teatrali della Bauhaus. Sono infatti i costumi stessi a creare una colonna sonora e a dettare in parte, col loro peso e volume, il movimento dei danzatori. Inizialmente i duellanti devono affrontare non solo la violenza dello scontro, bensì anche il peso delle proprie armature sonore. Chi siano costoro, e cosa rappresentino, non è dato sapere. Con certezza, sappiamo soltanto del loro vivere un’incessante metamorfosi e un continuo liberarsi da strutture troppo rigide. Fino alla fine.

di Compagnia ASMED-Balletto di Sardegna

vedereTe

Vedere te (1322)

Vedere te (1322) è la storia di due anime che condividono un certo spazio per un certo periodo di tempo. Quando si incontrano, si trovano ai lati opposti dell’esistenza, una colma di fardelli, l’altra vuota, protesa verso qualcosa di nuovo. Gradualmente il loro completarsi iniziale prende a sbiadire e insieme la capacità di comunicare diventa un codice da craccare. Quello presentato è un ciclo di distruzione e costruzione, nella confusione le due figure non mancano mai all’appuntamento per cambiare le lenzuola insieme. Le interpreti si servono dell’alfabeto farfallino per parlarsi, modificando la forma finale di una poesia che viene recitata in maniera sempre più affannata. Diversi oggetti di scena segnano i percorsi disegnati per i corpi che li occupano e trasformano con l’evoluzione il loro rapporto. Nonostante l’atmosfera surreale, la proposta di oggetti e immagini riconoscibili lascia allo spettatore la libertà di poter leggere la propria versione della storia.

di Noemi Piva

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